Generatore di Van de Graaf
Nel 1929 il fisico americano, di origine olandese, Robert
Van De Graaf, alla ricerca di nuovi mezzi per ottenere
differenze di potenziale elevatissime da impiegare negli acceleratori di particelle,
realizzo il primo esemplare della macchina elettrostatica che porta il suo nome.
Semplice da realizzare il generatore di Van De Graaf può, se opportunamente progettato e
costruito, fornire differenze di potenziale di diversi milioni di volt, nella foto d'epoca
a fianco si può vedere in azione uno dei primi generatori giganti di questo tipo, la
misura delle scintille dà un'idea della differenza di potenziale prodotta. Naturalmente
generatori di questa potenza sono fuori della portata dello sperimentatore dilettante (e
per poter essere utilizzati senza che vi sia una perdita della maggior parte dell'energia
prodotta debbono essere tenuti in ambienti con atmosfera di anidride carbonica sotto
pressione).
Quello di cui vi proponiamo la realizzazione è un modello di piccole dimensioni (altezza
totale di circa 40 cm), realizzato quasi interamente con materiale recuperato qua e là,
in grado di dare al massimo qualche piccola ed innocua scossa e di generare scintille di 1
cm. Nel disegno che segue potete vedere lo schema di costruzione:
I due supporti laterali sono alti 30 cm e larghi 6 cm e sono stati
ricavati da una lastra di policarbonato trasparente spessa 4 mm (reperibile nei negozi di
ferramenta).
I due rulli sono di materiale plastico recuperati dalla demolizione di un aspirapolvere
fuori uso, quello inferiore dovrebbe essere di metallo, abbiamo rimediato ricoprendo il
rullo di plastica con due strati di foglio di alluminio.
Le due spazzole sono state ritagliate da un pezzo di lamierino di rame, le punte debbono
arrivare a 1-2 mm di distanza dalla cinghia, la spazzola superiore è connessa al
collettore con uno spezzone di filo di rame.
Il collettore deve essere metallico e dovrebbe avere forma sferica, non siamo riusciti a
procurarci una sfera di alluminio, aperta nella parte inferiore, abbiamo rimediato unendo
assieme due vaschette di alluminio da frigorifero badando bene che non vi fossero
sporgenze appuntite.
La cinghia è in gomma para sottile, si possono provare anche altri materiali, come la
tela gommata, è da evitare la gomma nera, quella degli pneumatici per intenderci, in
quanto contiene nerofumo che la rende un cattivo isolante.
Infine motorino e pulegge provengono anch'essi dalla demolizione di apparecchi elettrici
fuori uso. La base è costituita da una tavola di legno.
A sinistra una foto della macchina finita.
Una volta terminato il lavoro collegate la spazzola inferiore a terra e provate a far
andare il motorino , con un elettroscopio o con un pendolino elettrostatico avvicinati al
collettore provate a vedere se si genera una carica elettrica, se tutto va bene dovreste
rilevarla senza problemi.
Se non si genera alcuna carica provate a controllare le spazzole, caso mai provate a
cambiarle, provate anche a vedere il tipo di materiale con cui è fatta la cinghia.
Come abbiamo già detto la carica è modesta, quindi non vi è pericolo di restare
fulminati o di ricevere una forte scossa toccando il collettore, non c'è nemmeno la
possibilità di fulminare la suocera...